Conosci l'arte di Gurioli
Dopo gli inizi legati al paesaggio “dal vero” toscano (legato a nomi di grande prestigio
come Signorini, Lega e Fattori ma anche a Ottone Rosai) Gurioli elabora la sua personale
poetica legata alla Romagna, terra generosa e da lui rappresentata con grande intensità e
forza espressiva. Superata la fase più legata alla tradizione naturalistica toscana
otto-novecentesca, il pittore di Tredozio ha messo a fuoco uno stile che rappresenta una
Romagna profondamente differente da quella conosciuta, più passionale e autentica e
lontana dall’immagine stereotipata imposta dal turismo centrata esclusivamente sul mare
e sullo svago.
Per Gurioli il paesaggio è un diario segreto dei suoi momenti di contemplazione e di meditazione; vi ha scritto pensieri alti, densi di sofferenza, d’emozione, vi ha segnato preghiere che non possono trovare la via delle labbra, esaltate da una forza che non ha niente a che fare con la violenza, ma se mai con il fuoco dell’estasi, di un colorismo orfico. Bruna Solieri Bondi, 1960
L’arte di questo artista si impone subito per la sincerità, per la sua espressività, per l’assenza di un artificio, di ogni realismo. E’ un’arte che rifugge da ogni aberrazione mantenendosi nel
respiro della migliore tradizione . Vero maestro nell’equilibrio chiaroscurale Gurioli sa trasmettere senza possibilità di incertezza il complesso delle impressioni che l’hanno colpito e
maneggia con impareggiabile senso di equilibrio i volumi, le atmosfere e gli spazi si che ne risulti un insieme cromatico di inestimabile valore, ed è un valore immanente, umano vissuto e
sofferto prima nell’animo del pittore e, quindi compiutamente comunicato all’occhio attento e
vigile del fruitore, che vi nota squarci delle sue ansie, memorie di cose e luoghi cari, una realtà resa non nella fredda obiettività ma con un vibrante senso del colore per cui i suoi paesaggi acquistano un che di magico che sconfina nel sogno.
Commento critico estratto dal quotidiano “Il tempo “ di Roma in occasione della
personale del Novembre 1977 alla Galleria dei Dieci Via del Tritone 61, ROMA